La Flebologia, sin dalle sue origini, peraltro recenti, è considerata a pieno titolo una disciplina anche ad indirizzo estetico, in quanto molti disturbi degli arti inferiori ad impatto prevalentemente estetico possono essere in qualche modo ricondotti ad alterazioni circolatorie del versante venoso e/o linfatico.
Parole come “capillari, varici, cellulite, gambe gonfie” sono tra le più ricorrenti sia negli ambulatori di flebologia che di medicina estetica, in quanto tali patologie rappresentano problemi molto diffusi e sentiti, soprattutto da parte del sesso femminile: per questo l’esigenza di ridare e mantenere eleganza ed armonia alle proprie gambe spinge un numero sempre maggiore di persone a rivolgersi allo specialista.
Merita, inoltre, di essere sottolineato il concetto che deve essere solo la donna a decidere quanta importanza abbiano delle gambe belle e sane per il proprio benessere psicofisico, senza influenze da parte dell’ambiente circostante.
Le teleangectasie (i cosiddetti “capillari”) rappresentano, infatti, un problema non solo estetico: esse in realtà sono l’espressione più superficiale e visibile di una patologia funzionale di tutto il sistema circolatorio venoso periferico, una specie di “punta dell’iceberg”.
Non va mai dimenticato che, sebbene spesso le teleangectasie e gli altri quadri associati risultino del tutto asintomatiche, molte volte esse sono invece alla base dell’insorgenza di una serie di disturbi lievi, ma fastidiosi: pesantezza, stanchezza, tensione e dolenzia agli arti inferiori.
Nella maggior parte dei casi è inoltre possibile rilevare la presenza associata di accumuli adiposi localizzati a livello delle cosce e delle ginocchia abbinati o meno ad una condizione di pannicolopatia edemato-fibrosclerotica (la famigerata “cellulite”) ed a edemi (“gonfiori”) evidenti soprattutto a livello delle gambe e delle caviglie.
Questi tre elementi patologici (patologia venosa, accumuli adiposi, ristagno di liquidi) tendono ad autoalimentarsi e ad automantenersi, portando ad un lento e progressivo aggravamento degli aspetti sia clinici che estetici.
L’elemento estetico (la cui importanza non va trascurata o snobbata) non è quindi l’unica ragione per la quale si può decidere di sottoporsi ad un trattamento per l’eliminazione dei “capillari”.
Le soluzioni più attuali per interrompere questo circolo vizioso e ridare alla donna il piacere di esporre delle gambe “in ordine” prevedono la messa in atto di differenti tipi di trattamento, sinergici e non alternativi tra loro, per il raggiungimento del risultato desiderato.
La soluzione del solo problema venoso, infatti, risulterà limitato ed insufficiente per risolvere la situazione in maniera efficace, completa ed estetica, risoluzione che potrà essere attuata solo con un approccio olistico (cioè di tipo globale) della situazione clinica.
Dott. A. Marchese